Mi capita molto spesso, nell’ambiente spirituale, di imbattermi in articoli che parlano di spirito e materia e di solito ne parlano dal punto di vista new age.
La new age, nata negli anni ’60, è un insieme di correnti e pratiche spirituali ispirate all’antica saggezza di varie culture i cui significati originali vengono però stravolti e visti attraverso lenti patriarcali e fortemente influenzati dalle religioni monoteiste. Non rappresenta un tipo di spiritualità radicata ed equilibrata e nella maggior parte dei casi ciò che viene insegnato dalle correnti new age è superficiale, sradicato e punta a far sentire “illuminata” la persona che si avvicini a questo tipo di spiritualità, senza però andare davvero mai in profondità, quindi di fatto avvalendosi di bypass spirituale. A volte la new age arriva anche ad essere estremamente violenta, a far sentire sbagliate le persone. È un argomento davvero lungo e complesso che mi piacerebbe approfondire ulteriormente, ma di sicuro serve un articolo a parte.
Dal punto di vista new age, così come dal punto di vista delle religioni monoteiste, materia e spirito sono agli opposti: la materia come qualcosa di basso, negativo, impuro e lo spirito come positivo, puro, alto: qualcosa a cui puntare ripudiando la materia.
Quanti danni ha fatto e sta facendo questo tipo di pensiero! Noi siamo spirito, sì, certo, ma siamo anche e soprattutto materia, perché diciamocelo: per quanto si possa essere spirituali, per quanto si possa meditare, viaggiare sciamanicamente o in astrale, ecc., siamo sempre nel nostro corpo. Nessuna esperienza spirituale che non sia la morte può separarci dalla materia.
E quella materia nel frattempo va amata e onorata, non disprezzata e vista come la nemica da combattere. Il nostro corpo è un meraviglioso tempio, un miracolo biochimico composto della stessa sostanza delle stelle (non lo si dice così per dire, è proprio vero!), il mondo che ci circonda, fatto di colori, luci, buio, elementi è qui da toccare, vedere, assaggiare, ascoltare, annusare e le esperienze spirituali che otteniamo dai nostri sensi sono spesso le migliori possibili.
La materia ci dona piacere fisico, non solo sessuale (ma anche!), ma anche sensuale: il piacere di mangiare una fragola matura, di accarezzare un gatto, di annusare l’aroma intenso di una rosa, di ascoltare il canto degli uccellini, di osservare un tramonto infuocato, non si ottiene meditando o cercando di separarsi dalla materia, ma immergendosi in essa con ogni fibra del nostro corpo e sì, anche del nostro spirito.
La materia non è bassa, impura, negativa, è ciò che siamo mentre viviamo su questo splendido pianeta che siamo così fortunate/i ad avere!
Mi spiace sempre tantissimo quando leggo parole violente come “non bisogna rimanere invischiati nella materia e nelle cose materiali che accadono attorno a noi”: ma questa è la vita! Non si può far finta che attorno a noi non succeda nulla, che non stiamo vivendo immersi in una realtà materiale. Questa è pura illusione, vicina al delirio (infatti nei movimenti new age c’è un’incisione allarmante di malattie mentali anche gravi).
La spiritualità radicata ci invita ad abbracciare non solo lo spirito, ma anche la materia e tutto ciò che porta con sé: le emozioni (sì anche quelle considerate “negative” come ansia, rabbia, paura, ecc., perché sono messaggi del nostro inconscio e hanno tutta la loro ragione di esistere!), i piaceri e dispiaceri, ma soprattutto il sentirsi vivi nel proprio corpo, su questo pianeta, qui ed ora (per sentirsi morti e separati dalla materia ci sarà occasione, non preoccupatevi!).