In questa vigilia di quello che nel mondo cristianizzato è chiamato “Natale”, in un’atmosfera di gioia e calore che tocca il cuore di tutti (o quasi), mi preme riportare in luce un’antica memoria dimenticata.
Nel mondo antico questa sacra notte era infatti dedicata alle “Madri” e prendeva il nome, nell’area germanica, di Modranicht o Modresnacht.
Ma chi erano queste Madri?
Si trattava di un gruppo di divinità femminili adorate dai popoli celtici, anglosassoni e romani da centinaia di secoli, di cui si trova traccia in innumerevoli intagli votivi, statue, santuari datati tra il 1° ed il 7° secolo DC. Esse erano associate ai fiumi, alle montagne, alle sorgenti ed agli alberi. Erano spesso rappresentate a gruppi di tre e ritratte mentre cullavano neonati, reggevano cesti di frutti e grano o cornucopie a simbolizzare la fertilità ed i doni della Madre Terra. Nel mondo romano erano conosciute come Matronae.
Il monaco Bede, nel 725 DC, ci parla di questa notte accennando al suo nome e ad alcuni rituali che si svolgevano, senza però entrare particolarmente nei dettagli. Ricostruzioni storiche ci parlano di grandi celebrazioni e banchetti a base di cinghiale, oca, pesce, zuppa di ortica, funghi, torte al formaggio, egg nog (un liquore tipico del periodo), idromele e torte a base di miele, che erano tradizionalmente dedicate alle divinità femminili da tempi immemori.
Dall’Egitto, alla Grecia, all’Impero Romano ed infine ai Paesi Nordici, le donne cuocevano torte di miele da dedicare ad Asherah, Ishtar, Artemide e Demetra e molte altre Dee, come la nordica Freya e la celtica Brigit.
Queste torte di miele servite durante la Notte delle Madri, erano considerate magiche, portatrici di fertilità e di buon auspicio per il resto dell’anno.
Anche oggi sopravvivono, seppur sotto mentite spoglie, tradizioni simili e spesso riguardano proprio la cucina, da sempre regno magico delle donne. Proprio perché la preparazione del cibo è sempre stata più femminile che maschile, alcune ricette tradizionali ci sono arrivate inviolate dai secoli addietro, poiché mentre gli uomini erano occupati a spadroneggiare con la violenza e a fare crociate contro le antiche divinità, nessuno si occupava delle povere serve che lavoravano in cucina e che si tramandavano tradizioni e ricette di generazione in generazione. Forse quegli uomini, nella loro cieca sete di potere, non sapevano che un giorno quelle ricette sarebbero state preziosi indizi che avrebbero riportato in vita le tradizioni che loro si sono tanto impegnati a tentare di eliminare.
Ricordando queste antiche tradizioni contribuiamo a ri-membrare la Dea e a riportare nel mondo una visione gilanica più equilibrata e sana, ritrovando la connessione con le sacre Antenate che ce le hanno tramandate, spesso nascoste in indizi insospettabili e golosi.
Buona Notte delle Madri a tutte e tutti!
Alice