In molte culture del mondo questo periodo dell’anno, che comprende le feste Solstiziali ed il Natale cristiano, era (ed in alcuni casi è tutt’ora) associato con figure femminili che sono state poi oscurate e dimenticate. O quasi.
Ne ho già parlato in parte nell’articolo sulla Notte delle Madri e in quello sulle Dee Solari.
Ma queste figure sono numerose e mi piacerebbe riportare alla luce alcune di loro: in un mondo ancora fortemente patriarcale, dove si è persa parte di quella magia che impregnava il mondo antico, è importante rimembrare queste figure, così che si abbia la possibilità di conoscere archetipi diversi da quelli a cui siamo abituate, che sono prettamente maschili, e di riportare un po’ di magia nel mondo.
C’è da tenere conto del fatto che molte di queste figure sono state inglobate dalla Chiesa Cattolica e cristianizzate e non è quindi sempre semplice risalire alle loro origini pagane, che però sono lì, chiare come il sole, da vedere.
Ne sono chiari esempi le prime due dame di cui parlerò.
Santa Lucia/Lussi – Svezia
Santa Lucia è una figura che ha origine in Italia (dove è ancora celebrata in moltissime zone il 13 dicembre) ed è la patrona di Siracusa. È stata però ampliamente accolta anche in Svezia, dove è una delle figure più amate. Anche lì si celebra il 13 dicembre, poiché quando era in uso il calendario Giuliano il solstizio cadeva appunto in quella data, che è poi diventata il 21 dicembre quando si è passati al calendario Gregoriano.
Lucia significa “Portatrice di Luce” ed è conosciuta in Scandinavia come Lussi; la celebrazione che la vede protagonista si chiama Lussinatta (Notte di Lussi).
La Lussi svedese è però sicuramente una figura dalle origini antiche, precedenti a quelle della Santa Lucia italiana, con la quale si è fusa con l’avvento del cristianesimo.
Nella rappresentazione di Lussi vi sono elementi simbolici che la connettono alla tradizione precristiana. Ella viene rappresentata infatti con una corona di candele accese a simbolizzare il ritorno della Luce, la rinascita del Sole che avviene al Solstizio d’Inverno (Yule/Jul nelle tradizioni nordiche), ed è spesso dipinta mentre porta un mazzo di spighe di grano. Inoltre è a volte accompagnata da bambini/ragazzini chiamati stjärngossar (bambini delle stelle) o tomtenissar. Questo è particolarmente significativo, poiché le parole tomte e nissar sono relative al piccolo popolo, che è molto importante nella mitologia precristiana del mondo nordico.
Per approfondimenti su questa bellissima figura, consiglio questo articolo di Laura Rimola del Tempio della Ninfa.
Christkind – Germania
Una figura simile è la Christkind. Al contrario di Lussi, questa figura non è associata a nessuna santa. Ciò che rappresenta è però decisamente interessante ed affascinante. Christkind significa infatti letteralmente Gesù Bambino. Non è curioso che Gesù Bambino sia rappresentato da una donna adulta?
Christkind in Germania è colei che porta i regali ai bambini a Natale insieme a San Nicola (figura differente dal Santa Claus tedesco).
Ogni anno a Nürnberg viene scelta una ragazza per vestirne i panni durante i festeggiamenti tradizionali della città.
Come per Lussi, l’origine di Christkind è sconosciuta, ma risale chiaramente alla mitologia precristiana, che per altro condivide molti aspetti di quella scandinava.
Il suo costume dorato a pieghe, che a braccia allargate come in foto forma un semicerchio, e la sua corona sono palesi rappresentazioni dei raggi solari. È quindi molto probabile che questa figura provenga da una precedente dea del sole e della luce.
Snegurochka – Russia
Snegurochka, letteralmente “Fanciulla di Neve”, è una bellissima figura che ha probabile origine dalle credenze slave precristiane. Potrebbe essere stata uno spirito o una dea dell’inverno come la norrena Skadi.
Questa figura di fanciulletta dell’inverno è sopravvissuta nel folklore russo, dov’è diventata un’aiutante del Babbo Natale russo, Ded Moroz (Nonno Gelo), che in origine era uno spirito dell’inverno chiamato Morozko.
Su Snegurochka ho scritto qualche anno fa un articolo per il sito il Tempio della Ninfa e vi rimando quindi a quell’articolo per approfondire la conoscenza con questa dama invernale.
Dato che però nel frattempo è uscito il film Disney “Frozen”, che allora non c’era, vi svelo che la figura di Elsa è ampliamente ispirata proprio a Snegurochka, con la quale condivide anche l’aspetto come si può vedere in questa simpatica immagine.
Frau Holle – Gemania e altre aree d’Europa
Su questa dama enigmatica si potrebbero scrivere saggi interi, ma dato che merita di essere nominata, ne accennerò comunque brevemente.
Holle, il cuo nome può variare in Holda, Holla o Hulda, ha similitudini con diverse dee europee, ma anche con le dame di cui ho parlato qui sopra. Si ritiene che fosse una divinità dell’inverno e del focolare molto importante, ma che sia stata attaccata ed oscurata dalla Chiesa.
Holle era anche una delle Dee Filatrici del destino degli uomini, così come altre delle Dee che ho nominato nell’articolo sulle Dee Solari.
È rappresentata come una donna anziana e canuta, ma può anche essere una bella fanciulla. I suoi volti sono innumerevoli.
Come Snegurochka anche Frau Holle è sopravvissuta grazie al folklore, non solo in Germania, ma anche nei Paesi Bassi, in Austra, Svizzera, Alsazia, Polonia e Repubblica Ceca.
I fratelli Grimm riportarono su carta molte delle fiabe che la riguardano.
L’immagine di lei che viene subito alla mente è quella tipica che la ritrae mentre sprimaccia i suoi cuscini causando nevicate nel mondo degli esseri umani.
Potete leggere una delle tante fiabe che parlanno di lei e un’approfondita analisi su di essa in questo articolo di Laura Rimola.
Perchta – Germania
Perchta è un’altra figura multisfaccettata come moltre altre dee. È associata a Holle e si ritiene che possa essere un’altro aspetto della stessa.
È conosciuta in Germania e nei paesi confinanti e come Holle, anche Perchta ha diversi nomi, tra cui Berchta o Bertha.
Era originariamente una dea solstiziale della luce ed era considerata benevola. Veniva descritta come una bellissima dama vestita di bianco (e veniva difatti chiamata anche Dama Bianca), che benediceva i campi coltivati per garantire un buon raccolto.
Come moltissime dee, anch’ella ha un lato “oscuro” e selvaggio, che si manifestava però contro i malvagi.
Come la Befana italiana, con la quale condivide molti aspetti, anche Perchta veniva celebrata la notte del 6 gennaio e anche lei tradizionalmente distribuiva doni durante quella notte. Una moneta d’argento ai bimbi bravi e un bel taglio alla pancia, che veniva poi riempita di sassi e paglia, ai bimbi cattivi.
Le similitudini con Holle sono moltissime: anch’ella era molto venerata dai popoli germanici del continente ed è stata vittima di un’accanita campagna oscurantistica da parte della Chiesa.
Proprio grazie a questa campagna, iniziò ad essere demonizzata e descritta come un orribile mostro.
La Befana – Italia
Nonostante la nostra cara e italiana Befana non sia certamente una figura dimenticata, non poteva certo mancare in questo articolo.
Ella ha sicuramente una forte connessione con la Perchta, infatti è festeggiata durante lo stesso giorno ed ha tratti molto simili.
Le sue origini sono sicuramente le stesse: la Befana ha un passato di dea invernale di origine germatica e forse anche celtica, dato che alcuni popoli celtici vivevano sulle Alpi e Prealpi.
Il fatto che fantocci di paglia che la rappresentano vengano bruciati a gennaio durante riti contadini propiziatori, lascia ad intendere che fosse legata alla fertilità della terra ed all’abbondanza.
Con l’avvento del cristianesimo è stata trasformata nella vecchia strega stracciona, ma buona, che conosciamo oggi e che a cavallo della sua scopa distribuisce dolci ai bimbi buoni e carbone a quelli cattivi.
Grýla – Islanda
Grýla è una figura della tradizione islandese.
Nonostante venga già nominata da Snorri Sturluson nella Edda Poetica, è solo nel 1600 che diventa parte delle tradizioni solstiziali/natalizie dell’Islanda.
Grýla però, al contrario delle altre dame nominate nell’articolo, è una figura piuttosto spaventosa, che veniva usata per far comportare bene i bambini. Veniva descritta come mezza troll e mezza orchessa, con zoccoli, corna, 15 code ed un grosso naso pieno di verruche.
Viveva sulle montagne con suo marito Leppalúði e i suoi 13 bambini, chiamati “i bambini di Yule”, i quali avevano nomi spaventosi come “Uncino da carne”, “Leccacucchiai” e “Spione delle finestre”.
Essendo le montagne islandesi molto brulle, Grýla e famiglia non avevano molto da mangiare, quindi ella mandava i suoi figli nei villaggi a rapire i bambini cattivi per cucinarli in uno stufato.
Questa figura spaventava talmente tanto i bimbi islandesi, che nel 1746 il governo islandese ne proibì l’uso come tattica di intimidazione e la trasformò in una figura positiva che porta gioia nei villaggi nelle notti attorno al Natale.
Eccoci giunte alla fine di questa piccola carrellata di dame invernali quasi dimenticate. Ora le conoscete anche voi e sarà più facile farle rivivere!
Quest’anno, durante le feste solstiziali, ricordatevi quindi di dedicare un pensiero e magari un’offerta anche a loro, così che vi possano donare la loro benedizione.
Per approfondire l’argomento e conoscere altre meravigliose figure femminili invernali, vi consiglio i seguenti articoli di Laura Rimola:
* Le Dame del Natale
* Le origini della Befana: le Dee di Luce e Fortuna (in questo articolo ci sono approfondimenti sulla Befana, Frau Holle e Perchta)
Fonti:
– Carolyn Emerick
– Wikipedia
– Grýla and The Yule Lads: Iceland’s Terrifying Christmas Tradition
– Siti vari
– Foto in alto di MariannaInsomnia