Ci avviciniamo alla festa di Samhain, più conosciuta da molti come Halloween. Si tratta di una celebrazione dalle origini antichissime che marcando la fine dell’Estate, ovvero il passaggio dalla parte luminosa dell’anno a quella oscura, ci ricorda anche il necessario passaggio della Morte.
Nella nostra società la Morte è un grosso tabù e come molte altri normali passaggi viene medicalizzato e in qualche modo allontanato dalla quotidianità. Quando qualcuno è malato o molto vecchio, infatti, si tende generalmente a lasciare che siano altri ad occuparsi di lui o lei. Si tende ad assumere personale infermieristico o parainfermieristico, quando non a ricoverare la persona.
In questo modo si relega la Morte in un angolino e si cerca di pensarci il meno possibile.
In passato, invece, la gente rimaneva a morire a casa propria, accudita dai propri cari e dalla comunità. Questo succede anche oggi in molte culture lontane dalla nostra ed è un atto che porta moltissimi vantaggi: più tempo con i propri cari che stanno per lasciarci, più tempo per dire cose non dette e risolvere irrisolti, un approccio più diretto e sereno con la Morte.
Ed è qui che torna alla luce, per fortuna, la figura della Doula della Morte. Queste figure sono sempre esistite, sicuramente con nomi diversi a seconda dell’area del mondo, ma sono svanite nell’occidente proprio con la medicalizzazione dell’ultimo passaggio della Vita.
Ma cos’è una Doula della Morte?
Innanzitutto è bene sapere che di solito la parola “Doula” è collegata alla nascita. La Doula infatti è una donna che si occupa di seguire una donna e la sua famiglia durante il pre-concepimento, la gravidanza, il parto e il post parto. E’ una figura preziosa che può fare la differenza in un momento molto delicato della vita di una donna: il passaggio a Madre, che comporta tantissimi cambiamenti difficili, insieme ovviamente alla gioia.
Una Doula della Morte invece si prende cura del morente e della sua famiglia e segue adeguatamente e con amore tutte le fasi, compreso l’aiutare la famiglia a ricomporre la salma dopo che la persona ha lasciato il suo corpo. Anche questo è un atto che aiuta moltissimo la famiglia in lutto e che abbiamo totalmente dimenticato, affidando il compito agli impiegati delle pompe funebri.
Il suo compito, riassumendo, è quello di rendere la morte un’esperienza più serena possibile sia per il/la morente, sia per la famiglia.
Queste figure stanno diventando lentamente più numerose e conosciute e si stanno diffondendo insieme alle Doule della Nascita. Forse perché c’è un fortissimo bisogno di ritornare alle origini, ad un mondo dove i naturali passaggi della Vita non vengono medicalizzati e resi anormali.
Come si diventa Doula della Morte?
Nel Nord America ed in Inghilterra stanno nascendo molti training specifici, ma sicuramente ci vuole una profonda dedizione e preparazione: in un compito del genere non ci si può e non ci si deve improvvisare. Di certo serve avere un background spirituale legato allo sciamanesimo e possibilmente anche un minimo di preparazione medica e psicologica, oltre che un’esperienza diretta di accudimento di morenti ed un grosso lavoro interiore personale con la Morte alle spalle. In Italia al momento non esistono scuole o corsi del genere, anche se esistono seminari sciamanici dedicati alla morte ed al morire, come ad esempio uno dei seminari avanzati della Fondazione Studi Sciamanici, che può essere un punto di partenza per un lungo percorso di approfondimento, nella speranza che questo tipo di training e queste figure si diffondano sempre più anche in Italia.
Per approfondire vi lascio una bellissima intervista ad una Doula della Morte uscita sul The Guardian (purtroppo in inglese, ma spero possiate trovare un modo per leggerla): Death Doulas: helping people face up to dying.
*La fotografia ritrae Rick Buck con sua moglie Kathy Fedori, il figlio Julian e la Doula della Morte è Sarah Kerr mentre tiene una cerimonia a casa della coppia di Calgary, Alberta, 2 Marzo 2015. Fotografia di Todd Korol