L’1 o 2 febbraio, a seconda delle tradizioni spirituali connesse alla natura, si celebra la festa di Imbolc (conosciuta in Italia anche come Candelora), una delle quattro feste celtiche* del fuoco.
Nonostante nel mondo moderno consideriamo questo periodo come la metà dell’inverno (quindi il sui pieno), Imbolc è in realtà la prima delle tre celebrazioni di primavera (le seguenti sono l’Equinozio Primaverile e Beltane o Calendimaggio): i primi segni della rinascita della natura si fanno visibili tramite i primi fiori (bucaneve, primule e violette), i giovani getti sugli alberi e la comparsa di alcune erbe tipiche del periodo (come l’ortica e l’aparine).
L’aria è più leggera e ha un odore di fresco, le giornate si fanno più lunghe e gli uccellini cantano con più entusiasmo e i primi agnelli vengono alla luce.
Anticamente era un grosso momento di gioia, poiché l’inverno – che spesso portava con sé sfide legate alla sopravvivenza – stava per finire.
Questo momento di festa è presieduto dalla triplice dea del fuoco Brigid, di cui ho parlato in questo articolo.
Ed è proprio sull’argomento del fuoco femminile che mi voglio soffermare.
Il fuoco, in tantissimi ambiti spirituali, è un elemento comunemente connesso al maschile (insieme all’aria).
Questo modello di pensiero che divide gli elementi in maschile e femminile, è però retaggio del patriarcato.
Gli elementi infatti non hanno sesso e il fuoco è tanto maschile, quanto femminile.
Di fuoco femminile infatti ci parlano le antiche dee del fuoco, come Brigid, e quelle solari legate ai solstizi, ricordi di un tempo precedente al patriarcato.
La festa di Imbolc con le sue energie di fuoco femminino, è il momento perfetto per ricordarci di questo nostro fuoco interiore, che per molti secoli il patriarcato ha cercato di spegnere, ma che arde potente in noi.
È il fuoco che si manifesta tramite la passione, la rabbia, la vitalità, la gioia selvaggia, la creazione e la trasmutazione.
Quando noi donne mostriamo queste caratteristiche, questi modi di essere, queste emozioni, non stiamo esprimendo “il nostro maschile”, ma il nostro sacrosanto fuoco femminile.
Il fuoco sacro arde nel nostro grembo illuminando il nostro cammino, è in tutte noi, nessuna esclusa.
È tempo di riappropriarci del suo potere e di esprimerlo nel mondo senza alcun timore di sentirci dare dei “maschiacci” o delle “donne con un maschile troppo forte”.
Quindi, questo Imbolc, celebra la Dea Brigid, fanciulla di fuoco e celebra fieramente anche il tuo fuoco interiore in tutta la sua potenza!
*Quando si parla di celti, si pensa di solito alle popolazioni dell'antica Irlanda, ma in realtà erano una varietà di popoli sparsi sul territorio europeo, Italia inclusa.
Foto di Vadim Sadovski